martedì 25 febbraio 2014

Gli ultimi non saranno i primi.

La prima immagine ci dice che se non fosse geopolitica, con tutte le conseguenze che essa comporta, sarebbe un gioco, una combinazione fantasiosa della vita e dei suoi attori. Dall'Ucraina questo dispaccio concentra le notizie di oggi in una frase: la gente teme il rischio di una spaccatura della nazione, con la popolazione russofona che chiede di aderire alla Russia, o perlomeno che la Russia intervenga in sua difesa, ma per ora non si capisce da quale nemico. C'è un tasso di retorica alle stelle. Sono circolate notizie fasulle sui social networks, che parlavano di un intervento delle truppe russe in Crimea. Nulla di vero (per ora). Ma a tensione è alta. 

Un gruppo di studenti (liceali) questa mattina si è riunito davanti al ministero dell'educazione/istruzione, proprio sotto la finestra della mia stanza: i ragazzi chiedevano di poter scegliere il nuovo ministro, quello in carica o considerano un incapace. Gli studenti sono riusciti ad entrare (senza violenza) nelle stanze del ministero. La rivoluzione ucraina ha anche quest'anima. Ed è trasparente. 

Gli ucraini aspettano tram e autobus in fila indiana. Nessuno fa il furbo, nemmeno con la scusa della rivoluzione, che teoricamente dovrebbe fare degli ultimi i primi e viceversa. Vero, ma non vale per le pensiline. Vale per la politica. E qui gli ucraini ci stanno provando, consapevoli che, comunque, per il momento sono sempre le stesse facce a tirare i dadi. 

A Kiev sfrecciano molte auto nuove di zecca e grosse come case, quasi tutte nere e con i vetri oscurati. Max, il fotografo con il quale vado in giro alla scoperta di questa città e di questo paese, guida una Volga del 1978. Daremmo meno nell'occhio a bordo di un Range Rover uscito di fabbrica quest'anno. Ma così risultiamo più simpatici a tutti. Non passa giorno, tuttavia, senza che si renda necessario un intervento al carburatore. Questa sera, uguale. 

Le notizie, a occhio e croce, per oggi sono queste.








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